Tag: diritti civili

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Manifesto de la destra in occasione del gay pride: famiglia tradizionale: uomo, donna, figli contro ogni aberrazionePer le strade di Napoli in questi giorni, a ridosso del Gay Pride, è comparso il grazioso manifesto che vedete qui a fianco.
Ora, io credo che spesso i dettagli marginali siano altrettanto o più rivelatori che la sostanza del messaggio. Questo manifesto è aberrante, certo, per ciò che dice. Ma avete notato come ce lo dice? Effetto photoshopparo da quattro soldi (forse la malcapitata “famiglia tradizionale” nella foto non voleva farsi riconoscere, e te credo). Ma soprattutto, trionfa il carattere Comic Sans MT. In rosso bordato bianco su fondo blu con effetto ombra. Probabile Wordart.

Come dire. Modernità, dimestichezza con la tecnologia ed efficacia nella comunicazione.

Mentre mi confermo ogni giorno di più che chi usa il Comic Sans non è necessariamente un cretino (sono un tipo laico e tollerante), ma va guardato perlomeno con sospetto, scopro che  c’è chi la pensa diversamente. Ma spero sia solo un paradosso.

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Liberi e belli

Lacca Libera e BellaPrologo.

Anni fa, certamente prima dell’11 settembre 2001, quando i talebani imperversavano in Afghanistan, e si moltiplicavano gli appelli umanitari, di solidarietà soprattutto alle donne umiliate, torturate, uccise, proprio in quel periodo collaboravo con un istituto “culturale”, qui a Napoli. Ogni lunedi ci si riuniva per definire i programmi, gli eventi da organizzare eccetera. Uno di questi lunedi, una ragazza, laureata in sociologia, mi racconta il contenuto della conferenza che avrebbe dovuto tenere lì, dopo un paio di giorni. In sintesi, affermava che, al di là delle superficiali apparenze,  la condizione delle donne afghane era pressoché identica a quella delle donne occidentali. Entrambe vittime, sebbene in forma differente, del potere maschile, dell’oppressione sociale.
Naturalmente
trasecolai, e le chiesi se non si fosse spinta un po’ troppo in là con il paradosso, con la provocazione. Mi rispose sorridendo, con l’aria compiaciuta di chi l’ha fatta grossa ma è sicura di passarla liscia, che no, non c’era nessun paradosso, nessuna provocazione. Lei davvero pensava quello. Mi guardai intorno aspettandomi stupori analoghi al mio. Invece, in quel gruppo di benestanti signore di buona famiglia e di migliori principii progressisti, di giovani e meno giovani volontari pieni di ardore, cultura e idealità, si mormoravano cose tipo “vabbè, magari è un po’ esagerato, ma in fondo… la società dei consumi, ‘sti americani… pure qua stiamo inguaiati, che mondo, che schifo… va sempre peggio…”

Statua della Libertà

Fine del prologo.

Qualche giorno fa ho partecipato, come esponente della comunità degli scriventi, ad una manifestazione organizzata da alcune case editrici contro il ddl Alfano sulle intercettazioni, dedicata alla Libertà d’espressione. Si trattava di Read more »

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Per essere chiari

Bandiera Israeliana

Io -il titolare di questo blog-, per quanto poco importi all’universo, solo accidentalmente ora, dopo la faccenda della lista dei professori della lobby sionista e quella della contestazione della presenza di Israele al Salone del Libro, e prima di innumerevoli altre pericolose idiozie che inevitabilmente seguiranno, sento il bisogno di dichiarare formalmente:

  • che sono un lobbysta sionista
  • che amo appassionatamente la cultura ebraica, gli scrittori ebrei, i musicisti ebrei, gli artisti ebrei, i registi ebrei, gli sceneggiatori ebrei, gli attori ebrei, gli psicologi ebrei, i filosofi ebrei. Gli ebrei;
  • che sto dalla parte di Israele e degli israeliani contro coloro che vogliono buttarli a mare da sessant’anni, indipendentemente dal fatto che anche i palestinesi abbiano diritto ad uno stato democratico;
  • che sono sempre più preoccupato, e con fondati motivi, dell’antisemitismo che avvelena le menti ed i cuori di un sacco di gente, travestito da “antisionismo”, e giustificato da un idiota riflesso di presunta “giustizia”;
  • che mi piacerebbe essere -forse lo sono, non lo so- uno sporco ebreo
  • che tutto il peggio che abbia prodotto l’umanità, nelle manifestazioni organizzate di tipo ideologico (il nazifascimo, lo stalinismo, l’integralismo islamico, l’inquisizione, ecc.), ha in comune almeno i nemici: gli ebrei. E Israele, la democrazia liberale, gli Stati Uniti;
  • che questo, anche se non solo questo, sia già un ottimo motivo per amare gli ebrei, Israele, la democrazia liberale, gli Stati Uniti.

Ecco fatto. Ora va un po’ meglio

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Mondo Cane

Ieri, ho sentito una di quelle notizie -capitano- di fronte alle quali la reazione è “ma davvero solo ORA hanno deciso così”?

La notizia è la seguente: L’Unione Europea ha deciso di proibire l’importazione (che finora, a quanto pare, era fiorente) di pellicce di cane e gatto prodotte in una serie di paesi dell’estremo oriente, principalmente in Cina.
La notizia (al tg2) era corredata di immagini, parzialmente “purgate” di allevamenti dei suddetti animali.  

Ci sono certi argomenti su cui ognuno gioca la propria personale inclinazione alla empatia del dolore. Il mondo è pieno di tragedie, di uomini donne e bambini morti, uccisi, resi schiavi, utilizzati per il traffico di organi, violentati e via dicendo. Io personalmente -non perché sia insensibile alle suddette tragedie, tutt’altro- provo una stretta particolare allo stomaco quando vedo e sento cose, magari meno “gravi” che riguardano gli animali, ed i cani  in particolare. Debolezza da zitella anglosassone, forse. Nessuno è perfetto. Ma forse anche perchè mi pare di leggere in questi comportamenti umani una metafora, un indizio svelato, un archetipo di ciò che di peggio è possibile fare quando non ci sono barriere morali ad arginare un tipo di comportamento che è la quintessenza del male: l’indifferenza alla sofferenza o più spesso il godimento sadico nei confronti di esseri senzienti coi quali c’è relazione affettiva, inermi ed innocenti, giustificato dall’interesse materiale. Che siano cani e gatti è solo un dettaglio. Non per loro, ovviamente.

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Roma, 12 maggio 2007

E’ un periodo in cui tira una brutta aria, in Italia. C’è un Buttiglione che sostiene che “C’è una sinistra in crisi che ha perso la sua identità anti capitalista e scarica la sua insoddisfazione contro la chiesa cattolica. Come i nazisti con gli ebrei (fossi ebreo, mi arrabbierei parecchio). C’è l’Osservatore Romano che da del terrorista ad uno che ha fatto una blanda battuta sulla Chiesa. C’è una manifestazione “per la famiglia”, indetta guardacaso il giorno della vittoria del referendum sul divorzio, e di cui l’organizzatore sostiene essere esplicitamente contro l’approvazione dei Dico.
Questi sono solo gli ultimi esempi.

E’ giusto non fare gl’isterici, non alzare barricate, non alzare i toni, soprattutto quando a farlo sono gli altri, quelli della predicazione dell’ “amore”.

Ma forse è il caso di ricordare, a loro, ma soprattutto ad una classe politica che definire mediocre o (ser)vile è eufemistico, che c’è un’altra Italia, che tiene alla propria libertà di scelta nell’ambito dei comportamenti privati così come a quella degli altri. Che non vuole imporre le proprie visioni etiche a tutti. Che non desidera nel proprio paese leggi che avallano discriminazioni in base ad orientamenti sessuali (e religiosi, e politici, e di ogni tipo).

E’ l’Italia che vinse il 12 maggio 1974. E che sarà a Roma, in Piazza Navona, sabato prossimo.
Questo blog aderisce idealmente, se non personalmente, alla manifestazione di cui vedete a destra il banner.

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Non direi altro

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Sto correndo in edicola.

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