Finisce oggi il frizzante capitolo elettorale di questo paese di santi navigatori e candidati. E finisce, da queste pagine, con un manifesto elettorale che mi sono a bella posta tenuto conservato per l’occasione. Trattasi di un irsuto candidato napoletano che sosteneva Lettieri, dal cognome fortemente evocativo. Speravo in cuor mio che avrebbe avuto significative risonanze simboliche. E così è stato. Arrivederci e forza Italia.
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Grazie un piffero
A Napoli, quartiere Chiaia- San Ferdinando, per ringraziare i generosi elettori che hanno riconfermato alla municipalità la maggioranza di centrodestra, Gianni Lettieri, candidato sindaco, e Fabio Chiosi, presidente della suddetta municipalità, hanno trovato una strepitosa modalità. La potete vedere sotto, in varie forme. E’ una potente metafora dei concetti di rispetto della legalità, salvaguardia del decoro urbano, attenzione della classe politica ai bisogni dei cittadini. E soprattutto, da parte del Partito dell’Amore, la manifestazione di un amore pànico per la città ed il quartiere che li ha premiati. Vogliono ringraziarlo, questo quartiere, e per farlo avvolgono in un abbraccio avvolgente fatto di carta colla e passione ogni centimetro quadrato libero del paesaggio urbano. Mi piace pensare di avere scampato un pericolo. Avessi incontrato gli attacchini di Lettieri e Chiosi mentre lavoravano così alacremente di secchio e spazzolone, non dubito che avrebbero ringraziato (immeritatamente) anche me, affiggendomi il loro manifesto addosso.
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Dualismi
Millenarie sapienze, tanto in oriente quanto in occidente, ci rivelano che la realtà è in gran parte costituita da opposizioni, antitesi, entità alternative. Che la diade dialettica arrivi ad una sintesi che le riconcili o che lo yin e lo yang trasmigrino e trasfigurino incessantemente l’uno nell’altro, nell’eterno ciclo cosmico, il concetto resta sostanzialmente quello, da Platone a Lao Tse.
E alla perenne ruota karmica non è sfuggita la nostra campagna elettorale, complice il caso o una volontà forse superiore e benigna, forse prosaica e beffarda. Fatto sta che l’accoppiamento murale dei due candidati che vedete nella foto, sembra essere una pur minima eco della Legge Universale di cui sopra. Un candidato Mansueto ed un candidato Guerriero, appaiati e distinti. Polarità contrapposte, come del resto gli schieramenti cui appartengono.
Certo, fa riflettere il fatto che il politico berlusconiano sia Mansueto e quello del PD Guerriero. Ma è facile trovare il senso superiore di questa decisione del fato. Potrebbe essere altro che mansueto un esponente del Partito dell’Amore? Mansueto come il fedele ovino, pronto a seguire il Gran Pastore delle Libertà in ogni sua scelta. E, d’altra parte, come negare la bellicosa energia virile di un partito guidato da Rosy Bindi, che sostiene l’intervento militare in contrapposizione ai perplessi mansueti amici del Rais di Tripoli, e denso al suo interno di esponenti pronti alla pugna per far prevalere il proprio punto di vista?
Come vedete, ogni cosa ha il suo perché.
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Inclinazioni
Una evidente tendenza della comunicazione elettorale sui manifesti che si vedono a Napoli è quella che potremmo definire posturale. I candidati, non paghi di farsi fotografare con improbabili facce, in improbabili abbigliamenti con espressioni improbabilissime, si vedono spesso obliqui, inclinati verso un lato della cornice, come vedrete tra poco.
Misteriose le motivazioni di questo fenomeno bizzarro. Possiamo solo fare delle ipotesi sulle cause possibili. Ne facciamo tre:
- Diffusione dell’alcolismo nella categoria dei fotografi, che in stato di ebbrezza hanno scarso controllo sull’inquadratura;
- Diffusione dell’alcolismo nella categoria dei candidati (eccesso di libagioni in cene elettorali), con conseguenti problemi di equilibrio;
- Una deliberata, sapiente strategia di comunicazione volta ad indicare quasi subliminalmente quali siano le reali tendenze politiche del candidato, magari in contraddizione col partito nel quale si presenta.
Diamo provvisoriamente per buona -per democrazia cristiana, direbbe totò- la terza ipotesi. E passiamo in rassegna gli obliqui del primo gruppo:
Abbiamo qui un candidato di destra, anzi de La Destra, che tende invece molto a sinistra. Così come il candidato sindaco del terzo polo, centrale per antonomasia.
Ed eccoci invece alla tendenza contrapposta: altri due candidati di centro che però inclinano a destra. Il primo sembra quasi volere schivare il simbolo che gl’incombe sulla testa. Il secondo invece sembra voler correre via da un’ombra misteriosa che lo tallona (ipotizziamo possa essere il coiffeur per un ultimo ritocco alla cotonatura).
Ecco infine due varianti particolari e speculari nel gioco di angolature e diagonali. In comune hanno il fatto di ricordare quei cagnolini dalla testolina basculante che negli anni 70 si usavano mettere sul retro delle automobili. Qui l’espressività è più contenuta ma non meno efficace. In particolare, il secondo, del PD, sembra esprimere una drammatica tensione. Forse si trova sul ponte di una nave nel mezzo della tempesta e cerca di mantenersi all’impiedi. La mano che afferra la balaustra ha un aspetto polipoide, piuttosto inquietante. L’uomo potrebbe da un momento all’altro trasformarsi in un mostro marino, magari nel cattivo dei Pirati dei Caraibi. Un monito per coloro che giudicano troppo tiepida la politica del partito di Bersani.
Ma, colpo di scena, un ulteriore reperto ci costringe all’ultimo momento a modificare la nostra ipotesi iniziale.
Quest’uomo chiede soccorso. Non si fa fotografare perché probabilmente sta per rovinare al suolo, e lo farà se non ci precipitiamo a sostenerlo. L’alcolismo dunque, piaga dei nostri tempi, è all’origine di tutto. E’ necessaria una drastica purificazione della nostra corrotta società, vittima del vizio.
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Vedi anche:
Un candidato piccante
E’ una buona idea immettere degli elementi che diano sapore ad una campagna elettorale talvolta insipida, o che sa di minestra riscaldata.
Il candidato qui raffigurato, ispirandosi senz’altro a modelli rinascimentali, con un tocco di Arcimboldo, emerge da un fitto boschetto di peperoncini piccanti, suggerendo così la sua ricetta per vivacizzare la politica locale. Il suo pensoso volto s’integra perfettamente alla caustica cornice: pare infatti rappresentare sensibilmente l’essenza stessa del puparuolo.
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Facce al muro 2011: esalogo dell’evangelista
Nonostante tutto, la politica ci può regalare qualche momento di buonumore, se si ha lo stomaco abbastanza forte. E i manifesti elettorali sono, generalmente, una miniera di umorismo involontario.
Riparte quindi dopo qualche anno la gloriosa rubrica di questo umile blog, che ha avuto in passato momenti di rionale successo (con qualche fraudolenta punta nazionale). Spero di mantenere una frequenza regolare, quotidiana: il materiale non manca. Ed ecco il primo, succulento reperto (cliccare per ingrandire).
Avvistato su un consunto muro di Via Chiatamone, il ciclostilato conferma quanto il partito di Di Pietro sia aperto a tutti, ma davvero a tutti, come dimostrano numerosi precedenti, e, in particolare, abbia una decisa inclinazione al candidato mistico. D’altronde, per sconfiggere l’Unto del Signore, è necessario mobilitare ogni forza utile, anche l’esorcista, se necessario. Il minaccioso elenco di conseguenze del mancato voto al candidato, venato di tagliente sarcasmo, dovrebbe far riflettere ognuno di noi.