Tag: esoterismo

Edonismo mistico

Manifesto pubblicitario di un locale (?) - Ragazzona discinta e slogan ‘dai energia al tuo piacere’Conservo sempre una sorta di infantile meraviglia quando m’imbatto in capolavori della moderna comunicazione pubblicitaria come quello che potete vedere qui a fianco (cliccare per ingrandire).

Nel caso in ispecie, oltre alla conturbante presenza dell’elegante signorina dall’occhio color smeraldo, c’è una misteriosa aura esoterica nello slogan (si alluderà ad iniziazioni di magia sessuale? A cure ricostituenti ? A sex toys innominabili a propulsione nucleare?). Ma soprattutto, la domanda è: cosa diamine pubblicizza? Forse sarà il nostro scarso livello d’iniziazione o le nostre limitate capacità che c’impediscono di capirlo.

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L’uovo di Napoli

L’Uovo di NapoliIeri, sotto una uggiosa pioggerella, incrocio il mio amico F. intento a camminare trafelato, reggendo con una mano l’ombrello e con l’altra il cellulare pigiato sull’orecchio (assetto tipico nel quale lo si può avvistare spesso nel quartiere Chiaia-Posillipo). Gli faccio un cenno di saluto e tiro dritto. Lui, mentre parla al telefono, si produce in un’enfatica pantomima in cui m’invita a fermarmi per, immagino, comunicazioni della massima importanza. Finita la telefonata, mi consegna un paio d’inviti per la manifestazione di cui è curatore, l’Uovo di Napoli: una rassegna che si terrà dal 2 al 5 maggio -nell’ambito del Maggio dei Monumenti napoletano- di cinema e letteratura su “i misteri del capoluogo partenopeo”. La cosa mi pare interessante, e penso che ci andrò. Il programma, che potete vedere sul sito ufficiale, è ricco è presenta alcune cose davvero interessanti, come dei documentari su alcune tradizioni magico-esoteriche ed il magnifico “C’era una volta” di Francesco Rosi.
Mentre, sempre sotto la pioggia, mi spiegava doviziosamente il contenuto del festival, F. ha ricevuto altre due o tre telefonate, ha abbordato un’altro paio di conoscenti cui ha mollato i depliants ed ha annotato l’indirizzo del presente blog. Tanta profusione di energia non poteva non essere gratificata. Ora ho la coscienza a posto.

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Number 23

Illustrazione dalla smorfia napoletana: 23 - ‘o scemoPoche parole vanno spese su questo film, 23 o al massimo 46. E’ la seconda più macroscopica cazzata che abbia visto in questa stagione (la prima resta l’insuperato Deja vu). Non vale la pena di dilungarsi su questo delirio psico/numerologico con ambizioni da thriller esoterico ed una leccatissima estetica videoclippara che ti fa venir voglia di cicli neorealistici, di Dogma, di documentari sulle mondine del vercellese (!). Che spreco di mezzi e in fondo anche di talenti (Joel Schumacher non è l’ultimo dei fessi, e Jim Carrey è qualcosa di più). Ci sarebbe da fare un discorso sulla nobiltà dell’artigianato, nel cinema come negli altri media, e di quanto paccottiglie come questa ne rappresentino la faccia oscura, immangiabile, immemorabile. Ma per il momento la rimando. Sui titoli di coda, la voce di David Sylvian (da me amatissimo un tempo, oggi incartatosi in obliqui deliri seminascoltabili) risuona quasi come un monito. De che? Risposta: Non saprei. Esattamente la stessa risposta alla domanda “Perchè ci sei andato”? La vita è piena di misteri oscuri ed insondabili. Ma uno l’ho illuminato da pochi minuti. Eccone lo svelamento: Uno che ha fatto il film Scemo e più scemo, era destinato inevitabilmente a farne uno, scemissimo, basato sul numero 23.

Il conto:
Spesi: 8,00 euro (Cinema Med, preacquisto fallito via Internet, a telefono max 4 biglietti per volta, due telefonate, 30 minuti circa in totale. Grrr!)
Valore effettivo: 2,0 euro
Bilancio: -6,00

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