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Servizio pubblico, o il tunnel del divertimento

CaparezzaD’estate, uno degli affanni minori che si presentano all’uomo di mondo è quello del sapere come impiegare fruttuosamente la propria serata, conoscendo e potendo scegliere tra i mille eventi che la bella stagione solitamente propone per ogni dove grazie a generosi assessorati, alacri organizzatori, munifici sponsors e via dicendo. Le informazioni di solito sono sparse in mille rivoli: siti, locandine, volantini, trafiletti e via dicendo.
Il vostro titolare, che suole perdere il tempo in attività superflue, ha messo insieme quasi tutte le cose interessanti che si svolgeranno a Napoli e dintorni nelle prossime settimane, su quella meraviglia che è Google Calendar. Poiché il titolare oltre che perditempo è anche generoso, ve lo mette a disposizione qui. Buon divertimento!

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When I’m 65

Brian WilsonAvevo cominciato con Bacharach, che peraltro è nato il mio stesso giorno.
Proseguo quindi con la serie dei festeggiamenti dei membri adorati del mio personalissimo Pantheon.

Oggi, compie 65 anni Brian Wilson. Ed è lucido, attivo ed in buona salute. Tutte cose che anni fa nessuno avrebbe creduto probabili. Ci ha regalato alcune tra le cose più belle di sempre nell’ambito della musica pop. Un genio, una creatura sempre in bilico tra la felicità (la sua, discontinua, e la nostra) e il dolore. Una persona che non posso fare a meno di amare. Auguri. 

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We’re not alone

Dimenticatevi quel che ho scritto un po’ di giorni fa con la puzza sotto al naso circa i video di youtube. La prima cosa che ho pensato quando ho visto questa meraviglia è stata: devo metterlo sul blog. Anzi, in verità è stata la seconda. La prima -più che un pensiero, un brivido- è stata un tuffo al cuore. Una delle più belle canzoni della mia vita, reintrerpretata in versione acustica, in tempi recenti, dal suo autore, un tenerissimo vecchio paralitico con la barba, sempre più simile a Kubrick. O a Babbo Natale. Fate attenzione, potreste mettervi a piangere per l’emozione.


Robert Wyatt – A Sea Song

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Il dovere dell’ovvietà

Sgt. Pepper’s Lonely Hearts Club Band

Esistono eccezioni -pochissime- alla diffidenza che istintivamente nutro per gli eventi, i personaggi, gli oggetti che hanno un apprezzamento eccessivamente ecumenico, condiviso da chiunque e senza eccezioni, luoghi comuni della cultura di massa. I Beatles sono l’eccezione numero uno. Di fronte a loro ed al loro capolavoro (di cui oggi ricorre il quarantennale) posso solo dichiarare il mio assoluto, incondizionato, appassionato amore. Che dura praticamente da quando sono nato. Nulla da aggiungere. Talvoltà l’ovvietà è indispensabile. E può salvarci la vita.

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I say a little prayer

Oggi, 12 maggio, è una giornata un po’ particolare.
79 anni fa, nasceva Burt Bacharach. Un uomo che ha reso spesso le mie giornate più felici, uno di quelli al vertice del mio personalissimo pantheon.
Nello stesso giorno, trentasei anni dopo, molto più modestamente, nasceva lo scrivente umilissimo titolare del presente blog.
Nei momenti di sconforto, questa piccola coincidenza mi regala una minima consolazione. Ma oggi non è il caso di sconfortarsi. Auguri!

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Guess I’m dumb

Sono convinto che postare video di Youtube sia cosa da evitare, o da praticare con estrema parsimonia. Ma quando ho visto questo reperto rarissimo, ogni remora ha ceduto. Questa è una delle più belle canzoni mai scritte da Brian Wilson. Un capolavoro praticamente introvabile, uscito solo su singolo nel 1965, per l’interpretazione di Glen Campbell. Follemente in anticipo sui tempi (la prima discendente diretta è Tomorrow never knows dei Beatles, uscita l’anno dopo su Revolver. E ho detto tutto) è un’eterodossa delizia pop…. Basta. Ascoltare per credere. E notare le strepitose signorine sui cubi antelitteram.

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