19 luglio 2010 by Marco
Ricopio qui, per la pazienza di coloro che vorranno leggerselo tutto (è piuttosto lungo) l’articolo di Ennio Flaiano che ho letto durante la manifestazione di cui parlavo qui. Ci vuole un po’ di pazienza, ma ne vale la pena.
Signor Direttore, collaborando al Suo giornale con queste note di diario mi sono fatto una piccola e riprovevole fama di uomo forse intelligente ma arido. La verità è il contrario: sono certamente un cretino, ma umido. Debbo infatti ammettere che credo ancora nelle idee che mi sono state inculcate da ragazzo, sui banchi della scuola, e non saprei non dico tradirle, ma nemmeno immaginare altre che le sostituissero: segno quindi che sono inadatto ai tempi, i quali richiedono versatilità e immaginazione. Io credo, per esempio, nella Libertà e di questo vorrei parlarle. Uno dei momenti più felici della mia disordinata giovinezza fu quando lessi questa semplice frase, che mi spiegava tutto il mio amore: “La Storia è storia della lotta per la libertà”. Quest’amore per la parola Libertà non sopportava aggettivi né associazioni: io non volevo una libertà sorvegliata, difesa, personale, intellettuale; né gradivo che le si accoppiassero concetti, altrettanto nobili, come Giustizia e Democrazia, parendomi che la libertà li contenesse tutti, anzi li proteggesse. Quest’amore per la libertà è l’unico errore giovanile che io non rifiuto e che condiziona tutti i miei errori di oggi. Ma poiché questi errori mi aiutano a vivere, mi rendono anzi la vita sopportabile, io li difendo. Ora che le ho fatto il quadro abbastanza desolato povero della mia filosofia, siamo maturi per giudicarla. Purtroppo, dovremo prendere le cose un po’ alla larga Read more »
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3 luglio 2010 by Marco

…il secondo strega (vecchio slogan pubblicitario del giallo liquore beneventano, nota necessaria per quelli che hanno meno di quarant’anni).
Antonio Pennacchi ha vinto il Premio Strega 2010 col suo Canale Mussolini.
A naso, se lo meritava. Di suo ho letto Il Fasciocomunista e Shaw 150, e mi sono sembrati entrambi molto belli. Pennacchi è un narratore originale e fuori dagli schemi, un outsider che ora per gli imperscrutabili meccanismi dell’editoria italiana avrà forse un po’ più di meritata notorietà (e, gli auguro, qualche soldino in più).
Anni fa, quando uscì il film di Luchetti Mio fratello è figlio unico, tratto dal Fasciocomunista, lo recensii qui. Ebbi la sorpresa ed il piacere di ritrovarmi commentato dallo stesso Pennacchi, che come me non fu tenero con i risultati della trasposizione cinematografica del suo libro. Qui trovate il post originale.
Di seguito, vi ricopio un estratto del primo capitolo di Canale Mussolini. Credo valga la pena di leggerlo.
Fatto sta che dopo sposato, mio nonno s’è messo a fare il contadino. Avrà avuto ventidue anni. Prima è stato lì con loro – coi fratelli della moglie – anche per impratichirsi diciamo così, pure se impratichirsi da contadino non è così facile come a dirlo, Read more »
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24 aprile 2007 by Marco
Comincerò questo post con una citazione ammiccante di quelle che ti fanno fare una gran bella figura da intellettuale di mondo. Alberto Savinio, parlando (ahimé) di Erik Satie, citava a sua volta il rivoluzionario russo Kropotkin, che nelle sue memorie da carcerato, si descriveva intento a percorrere “..ogni giorno, per mesi ed anni, a fine di neutralizzare gli effetti dell’inerzia corporale… tanti passi avanti e indietro nella sua cella…. quanti ci vogliono a colmare una distanza di otto chilometri. Come abbia fatto a non uscire matto, io non so capire: penso tuttavia che non sfuggirebbe alla pazzia colui che ogni giorno continuasse a sognare le musiche “normali” di Erik Satie, nelle quali i suoni, ogni tre passi, sbattono sulle pareti di una ineffabile cella.”
Fatte le dovute distinzioni, e premesso che a me Satie invece piace moltissimo, trovo che l’immagine si attagli bene a certo cinema italiano di oggi. Non a tutto, non a tutti, ma certamente a quello medio, per quel che vuol dire.
Prendiamo per esempio quest’ultimo lavoro di Daniele Luchetti. Dovessi dire che non mi è piaciuto per niente o poco, che lo trovo brutto, direi senz’altro una bugia. Però….
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