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Freud, Freud….

GiudaQuesta non posso proprio esimermi dal segnalarla: leggo su Repubblica (dico: Repubblica) online l’articolo sulla reazione di Gianfranco Fini alla sua cacciata dal Pdl e m’imbatto in questa rara perla:

Legalità, giustizia sociale, amore di Patria. Eccole le linee giuda dei finiani.

Mi affretto ad aggiungere lo screenshot, hai visto mai se ne accorgano, a futura memoria.

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V-day: Forche, forchette e forconi

L’Uomo qualunqueTiro subito fuori il rospo: trovo Beppe Grillo sempre più inquietante, pericolosamente demagogico, populista e reazionario. Trovo che le cose che dice e le iniziative che intraprende, ora come ora, e per la maggior parte, siano un concentrato delle peggiori manifestazioni della storia politica (ed antipolitica) italiana. Un piccolo perverso miracolo: mettere insieme il genuino populismo demagogico dell’ Uomo Qualunque di Giannini (“noi” poveri cittadini vessati, impotenti, presi per il culo, torchiati -ed anche un po’ fessi, verrebbe da pensare-, contro “loro”, potenti, tracotanti, intoccabili, ladroni, criminali), mescolato ad istanze forcaiole squisitamente fascistoidi in origine, poi aggiornate recentemente dai Leghisti (In galera! In galera! Roma ladrona!), con i quali sono da notare anche certe affinità di stile (“Vaffanculo day”: Se lo avessero inventato Bossi o Calderoli, sai che bailamme di articoli indignati e/o satireggianti sui giornali, che sopraccigli alzati in segno di disprezzo e siderale distanza… Lo fa lui, ed è un piccolo eroe della società civile, che dà legittimamente voce allo sdegno popolare…). Il tutto integrato con il peggio delle culture “antagoniste”, estremiste, “alternative”: dal precariato schiavitù moderna per colpa di Marco Biagi (vedi sopra, e cambia Bossi in Caruso) al complottismo paranoico noglobal (tu non lo sai perchè ti nascondono la verità, ma i potentissimi padroni del mondo col dollaro al posto degli occhi -magari, chissà, pure un po’ ebrei- lo stanno distruggendo, il mondo, e manipolano le nostre vite per bieca avidità e brama di potere).
Ora, il vero problema, secondo me, è il fatto che a tutto ciò si dia un credito indiscriminato e acritico, “a prescindere”. Persone intelligenti e colte, amici, personaggi pubblici, trovano Grillo simpatico e coraggioso, per pregressa stima, e lo appoggiano di default. Qualcuno dei personaggi pubblici lo fa magari per viltà e calcolo (sarebbe estremamente impopolare contrapporsi ad un così popolare tribuno), ma la maggior parte delle persone comuni si rispecchia nella rabbia che così efficacemente Grillo mette in scena. Qui il discorso si fa più complesso, di natura psicologica. E diventa davvero inquietante. Perchè dal vaffanculo alla forca ed al forcone (metaforico) brandito in piazza contro “loro” (che abbiamo eletto noi, particolare non trascurabile), il passo potrebbe essere terribilmente breve. E Grillo somiglia sempre di più a quegli agitatori di popolo giustizialisti, incazzati, narcisisti ed autoreferenziali, che quando sono stati tentati dallo scendere in campo (Dio ce ne scampi) hanno o prodotto sfracelli o (auspicabimente) sono miseramente naufragati.
Riflettere sulle cose, documentarsi, ragionare, non sempre dare per certe e giuste le affermazioni di chi hai elevato a vate ed a modello di “coraggio” è un esercizio più faticoso e meno soddisfacente dell’incazzarsi contro qualcuno. O del prendere iniziative meno clamorose e distruttive ma forse più efficaci (molti dei miei amici che aderiscono entusiasticamente al V-day non hanno firmato, per esempio, il referendum elettorale. Magari erano pure daccordo, ma semplicemente non si sono posti il problema. Non infiammava le loro budella come il gridare vaffanculo in piazza ai “politici”. Provi a spiegargli che contro una classe politica italiana oggettivamente pessima, il proporre le leggi perorate da Grillo (almeno due su tre, ma forse anche la terza) è un rimedio peggiore del male, che non solo non risolve il problema, ma crea una serio vulnus allo stato di diritto e ai principi della democrazia rappresentativa -non mi dilungo sull’argomento: segnalo tra i vari interventi che si sforzano di ragionare, quello di Luca Sofri, stringato e convincente, e quello di Francesco Costa, più lungo e circostanziato- e loro ti dicono si, vabbè, forse, ma bisogna mandare un segnale, non se ne può più eccetera. Da cui si evince che i segnali migliori non sono quelli che indicano la strada giusta, ma quelli che si vedono meglio, magari sonori e luminosi. Che poi sopra ci sia scritto fesso chi legge, cacca, stronzo vaffanculo, è un dettaglio secondario).

Se non ci fossero molte decisive controindicazioni (di stile e di metodo, da un lato, dall’altro il fatto che non essendo noi i destinatari del vaffanculo, e non avendo particolari motivi per solidalizzare con essi non abbiamo alcun motivo per farlo), darebbe una certa lubrica soddisfazione ipotizzare un Tuetuasorella day. Ma lo pensiamo solo per un istante e facciamo finta di non averlo pensato.

Post scriptum: oggi c’è un ulteriore motivo per deprimersi: Walter Veltroni si è dichiarato daccordo con le proposte di Grillo (Il titolo dato al video dai Grilliani è, più trionfalisticamente, “WV aderisce al V-day”). Le mie braccia sono precipitate nel sottosuolo.

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Ebreo

Questo che segue è un articolo di Giorgio Manganelli, pubblicato originariamente sul Corriere della Sera nel 1982, ed ora incluso in Mammifero italiano, Adelphi 2007. Non avrei potuto trovare migliore nutrimento per una delle mie principali e più felici ossessioni, di cui forse qualcuno si sarà accorto ultimamente qui.  

Stella di DavideIn questi giorni è avvenuto qualcosa di singolare, di oscuro, potente e meraviglioso, di cui forse a fatica ci rendiamo conto; personalmente, me ne sono accorto dieci minuti fa, scorrendo i giornali su cui si discute di antisemitismo, di Begin e dei palestinesi. Si dice dovunque, ed è patente verità, che in italia non esiste antisemitismo; che nessuna forma di persecuzione è pensabile, o di ostracismo e diffidenza; e tutto ciò è giuridicamente inattaccabile.
Ma non credo che sia questo il problema che è esploso davanti ai nostri occhi con una intensità sconvolgente, a tal punto che gli stessi ebrei ne sono stati travolti.
Non è rilevante constatare che non esiste né è pensabile in Italia un antisemitismo organizzato e pubblico; non è rilevante giacchè la civiltà occidentale, tutta, ha sempre avuto dentro di sé questo problema, il rapporto con il mondo ebraico. E’ possibile che questo problema sia addirittura uno dei temi fondamentali per intendere tutta la storia di ciò che chiamiamo Occidente, dalla Russia all’America passando per Berlino, Parigi, Roma, e si noti, tutt’e tre le Rome, se non sono quattro.
Che significa questa ossessione millenaria? Perché cose di una mostruosità inaudita sono accadute e continuano ad accadere? Perché l’ebreo è «ebreo»? La mia convinzione è che a tutti noi, noi occidentali, viene posta una domanda di infinita oscurità e profondità, una domanda da cui dipende la salvezza della nostra anima, come dicono i cristiani, o comunque del nostro significato, che solo ci abilita ad esistere: e la domanda è questa: sei o non sei ebreo?
Non ho detto: sei con gli ebrei, ma sei ebreo; giacché essere ebreo è una condizione umana estrema, terribile e insondabile; una condizione di cui l’occidentale ha paura; e noi sappiamo che si ha paura di ciò che sta dentro di noi, non di ciò che ci è estraneo. Se l’Occidente ha combattuto gli ebrei, superando in questa lotta ogni abiezione di cui mai è stato capace, ciò viene solo dal fatto che l’Occidente ha paura della propria interiore domanda ebraica, qualla continua, eterna, mite, irriducibile domanda che lo insegue, che lo costringe a far ciò che non vuol fare, capire se stesso, oltre quei limiti che la sua cultura, la sua ansia di protezione, la sua paura di esistere gli impongono. Ma qual’è questa domanda ebraica? Read more »

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“Riceviamo e volentieri pubblichiamo”

Dietro questo titolo formalissimo, c’è in realtà uno scrupolo inestinguibile. La mia amica Valentina, che scrive racconti molto belli (magari un giorno, se mi darà il permesso, ne pubblicherò qualcuno qui), fa la montatrice cinematografica ed ha un blog di cinema molto carino, ora lavora a Milano per l’editore Spirali. Mi ha mandato notizia di un paio di eventi relativi a libri in pubblicazione. Ma per la mia svanitezza ed assenza blogghistica di questi tempi (chi mi conosce potrà intuirne il perché), ho già “bucato” il primo, cui peraltro tenevo assai (presentazione a Milano del libro di Robert Badinter contro la pena di morte ). Non farò altrettanto con il secondo. Ed eccone gli estremi:

Venerdì 13 luglio, alle 18,30
Hotel Excelsior via Partenope 48, NAPOLI

A. Verdiglione - Il capitale della vitaA. Verdiglione - La nostra saluteDibattito in occasione della pubblicazione dei libri di Armando Verdiglione
IL CAPITALE DELLA VITA
LA NOSTRA SALUTE

Oltre all’autore, intervengono: GIOVANNI CHIARINI, CRISTINA FRUA DE ANGELI, MICHELE SERIO, ALDO TRIONE

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