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Non direi altro

Poster pubblicitario di una rivista dedicata al matrimonio. Didascalia: coppie di fatto? Di.co no! Scegli *Spose di classe*

Sto correndo in edicola.

Vedi anche:

La réclame non è più quella di una volta

Flowers di Andy WarholOggi, passando in motorino per una nota strada della città, ho incrociato il furgoncino di un fiorista.
Un tempo, i rappresentanti di questa preziosa categoria professionale solevano scrivere qua e la il classico slogan “Ditelo con i fiori”.
Sul sopracitato furgoncino si leggeva, da ogni lato, la scritta “Il fiore è comunicazione”.

Che tempi, signora mia.

Vedi anche:

Windows Svista

Raramente mi sono esilarato tanto, leggendo un post altrui, come quando ho letto questo, sul blog di Matteo Bordone, che qui vi riporto in sintesi: 

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Sono al cinema con la mia amica Francesca.[...] Stiamo per vedere The Prestige. Ci sono gli spot. [...] Xbox360. [...]Microsoft.
[...] compare il claim “La nuova generazione ha già 100 titoli as alta definzione”. Poi un’immagine della consolle e finisce.
Ci guardiamo, io e Francesca.
-Mah…
-L’hai visto anche tu?
-Eh sì, cazzo.
-C’era scritto “as alta definizione”!
-Sì.

[...]
Nella mia vita di spettatore non ho mai, ripeto MAI visto un refuso in uno spot cinematografico, alla tele o sul grande schermo. Non esiste. Non è contemplato. E Microsoft, l’azienda che si porta dietro armai ufficialmente la nomea di fare un sacco di soldi ma non avere gusto e attenzione per le cose, vince il primo premio. [...] Nel frattempo il fondatore della stessa azienda ha oggi dichiarato che in tutte le case del mondo ci sarà il robot e che renderà la nostra vita migliore. Benissimo. Siamo molto relici di questo. È bello vedere che c’è un progresso nella comunicazione di questa axienda. Fino a un po’ di tempo ga, le dichiarazioni di Bill Fates sembravano i deliri di un merd miliardario. Ora invece ci si può figare di lui. Un bel robot che gira con Qindows Cista. Andrà che è una neraviglia. Non cedo l’ora. E dire che un robot è una vosa comblessa da dostruire. Non si possono connettere erroti grossolami. Saranno rapaci quelli di Nicrosoft? Sferiamo. Se no pinisce che rette un blaccio erettrico nella vaspa da vagno e rimaliamo rutti furminati!

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Postscriptum del titolare: dopo aver pubblicato il presente post, mi sono accorto:
a) che lo stesso Bordone, non so se involontariamente, ha scritto”definzione”, la prima volta;
b) che io stesso avevo scritto “che vi ripoto qui”. Avendo ampiamente sforbiciato il testo, la cosa è vieppiù divertente. Ah, la psiche umana!

Vedi anche:

Stravecchio digestivo

Digestivo AntonettoVenerdi scorso, ho visto a Torre del Greco il concerto di Nicola Arigliano col suo nuovo quartetto.
Ora, va detto che per me Arigliano non è semplicemente un arzillo vegliardo che è stato recemente riscoperto come un eccellente cantante jazz, coperto di premi e riconoscimenti tardivi, riportato a Sanremo dopo quarant’anni con una splendida canzone, perennemente in giro a suonare con invidiabile energia eccetera eccetera.
Quest’uomo, nel mio immaginario, è ricoperto di valore aggiunto. La sua faccia nasuta, buffissima, mi è familiare da quando ero in fasce. Lui era l’uomo del Digestivo Antonetto, quello che è così comodo che si può prendere anche in tram, quello che brandendo una paletta da vigile urlava “gruppo vacanze piemonte! si parte!…” per poi fare da intrattenitore canoro in un bus di gitanti dallo stomaco in disordine. Il fatto che fosse, o fosse stato in tempi precedenti un cantante era un elemento del tutto marginale. Nicola AriglianoCome Calindri, altra icona dei Caroselli, o come l’uomo in ammollo Franco Cerri (altro eccellente jazzista che, per ironici destini, è stato uno dei suoi accompagnatori dal vivo negli ultimi tempi), era un’entità indissolubilmente legata al prodotto che reclamizzava, e a null’altro. In televisione a quei tempi lo si vedeva solo lì, a differenza di un Paolo Ferrari, che oltre a tentare senza successo di turlupinare le massaie italiane propinando loro due fustini di un detersivo anonimo e scadente in cambio di un Dash, almeno era anche l’assistente di Nero Wolfe.
Andando quindi a vedere un suo concerto (cosa che ho fatto due volte in un anno) o ascoltando un suo disco, mi sento di officiare anche un piccolo rito di riconciliazione tra infanzia e presente. Mi sento in pace col cosmo e con me stesso. E mi diverto un mondo. Davvero.
Perchè Arigliano è sempre stato uno che si diverte a cantare ed a scherzare con lo swing, senza prendersi mai troppo sul serio. Condisce il suo stile ineccepibilmente jive con olio di Bitonto: i suoi “salutame a soreta” e “grazie assai” insaporiscono lo spettacolo come il peperoncino fresco un piatto di orecchiette. Nicola Arigliano (oggi)Ora poi che ha ottantatrè anni, gioca anche con consapevole malizia a fare la parte del vecchio rincoglionito, e lancia i suoi esilaranti tormentoni ad ogni canzone (“il maestro xxx ora improvvisa sul tema”. “Ecco l’assolo del contrabbassista detto il Reverendo Otis” e così via).
In questa occasione, al posto del pianoforte, c’erano una chitarra ed una fisarmonica piuttosto krameriana. Il suono quindi risultava un po’ più crepuscolare, e particolarmente suggestivo nelle ballads. Nessuna sorpresa, ovviamente, per chi lo conosce. Per chi non lo ha mai visto dal vivo, un consiglio: non lasciatevelo sfuggire. Dopotutto, ha ottantrè anni. E gli auguriamo di andarsene in giro a cantare per altri venti. Ma tra vent’anni magari rimpiangerete di esservene persi diciannove senza averlo visto quand’era giovane.

Vedi anche:

Alcolismo post-elettorale

Julia - La grappa di carattere - Sylva Koscina

Se la vostra squadra ha vinto, festeggiate con Stock 84.
Se ha perso, consolatevi con Royalstock.
E se ha pareggiato…. Julia, la grappa di carattere.
(grazie a Paolo)

Vedi anche:

Communicational strategies

Insegna di fruttivendolo dipinta a mano: tutta napule aggiu girate a frutta me sò mangiato e me sò ndussecato addu chiò chiò me sò furmato e me sò cunzulato

E’ primavera!

Vedi anche: