Secondo (e molto probabilmente ultimo) post vacanziero. Questa volta da un Internet Point di Lecce.
Prima considerazione: questa città merita una visita, meno frettolosa di quella che stiamo faticosamente facendo noi sotto un sole a picco. E’ davvero un gioiello, tanto per usare un aggettivo originale. Ogni angolo, ogni balcone, ogni pezzo di muro è una meraviglia barocca. Valeva la pena di rinunciare per una volta al mare. Consigliata a chiunque non l’abbia ancora vista.
Seconda considerazione: colpisce per paragone, qui a Lecce ma anche in tutti gli altri luoghi che abbiamo visitato, la capacità di gestire efficacemente il turismo. Organizzazione, offerta di informazioni, spazi per l’imprenditoria e l’offerta culturale. Tutto per contrasto ci riporta alla miseria della nostra città di provenienza, la cui peculiarità in questo periodo (?) sembra essere lo scippo al turista internazionale, meglio se con ricovero all’ospedale e/o omertosa solidarietà “popolare” al microcriminale.
Forse sono diventato vecchio e moralista. Può capitare, dopo i quaranta. Perdonatemi
Tag: puglia
Sul Decoro
Architetture estive
Scrivo avventurosamente questo primo post vacanziero dalla reception del campeggio di Gallipoli dove mi trovo a pascolare da qualche giorno. Il tempo a disposizione è poco, e quindi non mi dilungherò. Posso solo dire che se c’è un elemento davvero prevalente (quasi ossessivo) che mi ha colpito in questo viaggio in Salento, è il tremendo contrasto (classico, banale) tra il bello e il brutto. Il bello: il paesaggio, magnifico, e le altrettanto magnifiche città e paesi, nei loro centri storici pieni di meraviglie barocche. Il brutto: l’orrenda farcitura di tutto ciò con un’edilizia “moderna”, che fa gridare all’orrore, senza alcun criterio se non il capriccio mostruoso di alcuni geometri e/o assessori per i quali il contesto, lo stile, l’omogeneità sono concetti senza senso. Un tripudio di alluminio anodizzato, di “audaci” costruzioni postmodernizzanti, bauhaseggianti, razionalistizzanti, in una gara a chi cita e stravolge peggio, senza vergogna alcuna della propria povertà inventiva e del proprio cattivo gusto. Uno a fianco all’altro, senza preoccuparsi minimamente di dare omogeneità, neppure alla bruttezza. E, a pochi metri, come sotto assedio, capolavori d’arte e di umanità costruiti nei secoli. E un mare che sembra volerti offrire tra le altre consolazioni, quella dell’oblio.