24 maggio 2007 by Marco
Conservo sempre una sorta di infantile meraviglia quando m’imbatto in capolavori della moderna comunicazione pubblicitaria come quello che potete vedere qui a fianco (cliccare per ingrandire).
Nel caso in ispecie, oltre alla conturbante presenza dell’elegante signorina dall’occhio color smeraldo, c’è una misteriosa aura esoterica nello slogan (si alluderà ad iniziazioni di magia sessuale? A cure ricostituenti ? A sex toys innominabili a propulsione nucleare?). Ma soprattutto, la domanda è: cosa diamine pubblicizza? Forse sarà il nostro scarso livello d’iniziazione o le nostre limitate capacità che c’impediscono di capirlo.
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2 marzo 2007 by Marco
Dopo aver sentito e risentito la canzone di Daniele Silvestri al Festival, un indistinto rovello mi si agitava nella mente. Poi ad un tratto ecco! La visione si è fatta netta e distinta. Sentire per credere.
Tony Tammaro – Quelli con la panza
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2 marzo 2007 by Marco

Sto correndo in edicola.
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8 febbraio 2007 by Marco
Chi ci ricorda / 5 bis
Questo post è un’integrazione all’ultimo chiciricorda (già piuttosto vecchio). Dunque, se il gentile navigatore desidera un’informazione completa, è pregato, laddove non l’abbia già fatto, di leggere / ascoltare la necessaria premessa.
Detto questo, veniamo al dunque. La mia amica L., che si appresta a celebrare i suoi quarant’anni con una grande festa danzante, mi ha pregato di confezionarle una compilation per la bisogna, all’insegna della disco ‘70-’80. Cosa che ho scrupolosamente fatto, attingendo ad un repertorio che, come molti, aborrivo da adolescente ed oggi mi procura brividi di godimento proibito. Immergendo le mani dentro questo ribollente calderone, tra una palla di specchietti rifrangenti, un flacone di paillettes, alcune giacche bianche e un tubo di Tenax, ho (ri)trovato tra gli altri reperti canori un paio di favolosi pezzi che hanno in comune il periodo, il riff telegrafico di cui sopra (per il sopra, vedi sopra) e le interpreti, due figure gloriose della mitologia camp, due icone gay, due personaggi ‘oltre’: Raffaella Carrà e Gloria Gaynor.
E ho detto tutto, direbbe Peppino. Chi ci ricorda, e chi le ricorda? Tra i miei coetanei, tutti, credo. I più giovani, senz’altro riconosceranno la canzone che ha rilanciato nelle charts qualche anno fa Geri Halliwell (però vuoi mettere con Gloria?). Ma la vera perla è Rumore. Un pezzo che, detto senza ironia, a risentirlo adesso, non è affatto male, anzi, ha un tiro da fare invidia. E tutt’e due telegrafano, telegrafano…..
E un telegrafo scrupoloso – a post già scritto – mi ha fatto rendere conto del fatto che in realtà It’s raining men non era cantato da Gloria, ma da un gruppo che si chiama The Weather Girls. Che volete, sulla rete circolano un sacco di files approssimativi (oops! l’ho detto!…) e così apocrifi di ogni tipo traggono in inganno il pover’uomo non espertissimo (io forse sono un po’ esperto d’altro, ma non sono certo un filologo della disco). Comunque tutto ciò non sposta di molto quanto ho scritto, e faccio ammenda mettendoci una foto anche delle due grassone. Ecco.
Camp telegram
- Raffaella Carrà: Rumore (1974)
- The Weather Girls: It’s raining men (1983)
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27 gennaio 2006 by Marco
Premessa: non sono nè particolarmente informato nè particolarmente appassionato al settore reality/trash/gossip. Sono raggiunto dai suoi clamori inevitabili, come quasi tutti. Qualche volta mi ci diverto, qualche volta mi ci incazzo.
Però mi è successa una cosa: l’altro giorno, sfogliavo il Mattino e, in una mezza paginata sul “caso Zequila-Pappalardo-Venier” di cui tanto si parla ultimamente (se non ne sapete niente sono contento: c’è chi vive sulla luna più di me), trovo, in un articolo dal titolo Fenomenologia di er Mutanda una frasetta banale che mi ha letteralmente deliziato:
“Carmen Di Pietro, ipnotizzata da Giucas Casella a Domenica In….”
Ciò che mi ha colpito e lanciato nelle profondissime riflessioni che seguono non è tanto il fatto raccontato (il “ghè”: se non capite, vedete sopra, parentesi precedente), ma proprio quell’inizio di frase: ho avuto un’illuminazione e ho capito che la sostanza di tutte queste faccende è alla fin fine la stessa da secoli. La fiera, il circo. L’ipnotizzatore, la donna cannone e quella barbuta, il forzuto e la belva. L’imbonitore che vende elisir di lunga vita, i mostri, gli animali parlanti, gli uomini illustrati…. Lo spettacolo bizzarro e la voglia di guardare cose strane. Eterno voyeurismo con un po’ di sadismo optional, per grandi e piccini. Altro che dittatura dell’immagine, dominio dei massmedia eccetera. E’ la stessa roba da migliaia di anni.
Sarà forse per la mia tendenza autoconsolatoria, e per il mio immaginario retrodatato, ma mi si è sciolto il cuore e la Di Pietro è trascolorata in quelle iconografie da circo vittoriano riprese in salsa psichedelica nei sixties. Per intenderci, quelle del pezzo che conclude la facciata A di Sgt. Pepper.
“…and of course Henry the horse dances the waltz…” (segue valzerino da giostra).
Ma forse sono troppo ottimista.
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